mercoledì 24 aprile 2019

PARLIAMONE 2 PARTE: IMMIGRATI E LO STATO CHE NON C'E' VIDEO DOSSIER IMMIGRAZIONE A CURA DELLA CASCINETTA DIDATTICA DI CASTELVERDE. 2015 - 2019 RESPONSABILE UNICO GABRIELE CERVI.

Via Crucis, il Papa: abusi ai bambini e porte chiuse ai migranti le croci di oggi 

Francesco al Colosseo: «La Chiesa assalita continuamente dall’interno e dall’esterno». «La casa comune appassisce sotto oc
La croce dei bambini vittime di abusi di ogni genere, «feriti» nella loro innocenza. La croce dei migranti «che trovano le porte chiuse a causa della paura e dei cuori blindati dai calcoli politici». La croce della Chiesa, «assalita continuamente dall’interno e dall’esterno». La croce della nostra casa comune «che appassisce seriamente sotto i nostri occhi egoistici e accecati dall’avidità e dal potere». Il dolore del mondo coagula nelle parole che Papa Francesco pronuncia nella sua preghiera per la tradizionale Via Crucis del Venerdì Santo al Colosseo.

Anche quest’anno circa 20mila fedeli si riuniscono lungo via dei Fori Imperiali fino all’Arco di Costantino per il “pio esercizio” della Chiesa antica recuperato nei tempi moderni da Paolo VI e mai interrotto dai Pontefici suoi successori. Ci sono famiglie e anziani, studenti e lavoratori, stranieri e disabili, suore e sacerdoti. I loro flambeaux ardono all’unisono con la grande croce infuocata che brucia alle spalle di Francesco. 

Sul palco allestito come tradizione sopra la collinetta dinanzi alla Basilica di Massenzio, al fianco della Via Sacra che attraversa tutto il Foro Romano fino al Campidoglio, Bergoglio - accolto all’arrivo dalla sindaca Virginia Raggi - pronuncia la sua breve orazione a Dio. È il momento conclusivo dopo le 14 stazioni, quest’anno scandite dalle intense meditazioni della suora missionaria Eugenia Bonetti, presidente dell’associazione “Slaves No More”, intrise della sofferenza di tante persone vittime di vecchie e nuove schiavitù.


chi accecati dall’avidità»
Signore Gesù, aiutaci a vedere nella Tua Croce tutte le croci del mondo: la croce delle persone affamate di pane e di amore», esordisce il Papa con un filo di voce. Poi prega per la croce delle «persone sole e abbandonate perfino dai propri figli e parenti», delle «persone assetate di giustizia e di pace», delle «persone che non hanno il conforto della fede».


Il pensiero va quindi a coloro che Francesco identifica come gli «scartati» della società odierna: a cominciare dai «piccoli, feriti nella loro innocenza e nella loro purezza», quindi vittime di abusi non solo sessuali ma anche di orrori come tratta e lavoro minorile. Poi i migranti che, dopo la fuga dai Paesi d’origine, viaggi estenuanti in mare e l’esperienza traumatica dei campi di transito pari a lager, trovano «porte chiuse» a causa «della paura e dei cuori blindati dai calcoli politici». Ma il pensiero va anche agli anziani che «si trascinano sotto il peso degli anni e della solitudine» e alle famiglie «spezzate dal tradimento, dalle seduzioni del maligno o dall’omicida leggerezza e dall’egoismo».


Papa Francesco affida a Dio «la croce dell’umanità che vaga nel buio dell’incertezza e nell’oscurità della cultura del momentaneo». E non manca di pregare per i consacrati «che cercano instancabilmente di portare la Tua luce nel mondo e si sentono rifiutati, derisi e umiliati» o quelli «che, strada facendo, hanno dimenticato il loro primo amore». «La croce dei tuoi figli - dice ancora il Pontefice - che, credendo in Te e cercando di vivere secondo la Tua parola, si trovano emarginati e scartati perfino dai loro famigliari e dai loro coetanei».


Il Papa usa il “noi” per pregare poi per «la croce delle nostre debolezze, delle nostre ipocrisie, dei nostri tradimenti, dei nostri peccati e delle nostre numerose promesse infrante». Introduce così la preghiera per la Chiesa che, fedele al Vangelo, «fatica a portare il Tuo amore perfino tra gli stessi battezzati». O che subisce continui attacchi, esterni ed interni.


Nella supplica del Vescovo di Roma c’è spazio infine per la Terra, la «nostra casa comune», che «appassisce seriamente sotto i nostri occhi egoistici e accecati dall’avidità e dal potere». «Signore Gesù - è l’ultima richiesta del Pontefice -, ravviva in noi la speranza della risurrezione e della Tua definitiva vittoria contro ogni male e ogni morte».


A pregare con il Papa durante la Via Crucis ci sono fedeli di Roma e pellegrini dall’Italia e dal mondo. Tutti recitano il Pater Noster in latino dopo che in mondovisione sono risuonate le dure accuse di suor Bonetti contro la mercificazione del corpo delle donne, spesso poco più che bambine, usate per i piaceri sessuali degli uomini. O contro la tratta di minori sfruttati nelle miniere e nei campi, comprati da trafficanti di carne umana, anche per trapianti di organi. O, ancora, contro il trattamento riservato a poveri e stranieri, identificati come nemici da eliminare.


A portare la croce nella prima stazione è il vicario di Roma, il cardinale Angelo De Donatis, che la passa poi alla famiglia Lìpari: il padre Antonio, la moglie Laura, e i figli Gaia e Claudio. Nella terza stazione è il turno invece di due suore pallottine, in rappresentanza del mondo missionario, suor Venicia Meurer dal Brasile e suor Lilly Nanat dall’India. 


Forte, quest’anno, è la presenza di religiose tra i “cruciferi”. C’è Anelia Gomez da Paiva, missionaria della Consolata come suor Bonetti, accompagnata dalla giornalista Lucia Capuzzi, brillante firma del quotidiano Avvenire. C’è la canossiana Josephine Sim e accanto a lei la nigeriana Patricia Ogiefa con la figlia Cristina. Ci sono suor Rita Giaretta e Ezekiel Joy della Casa Rut di Caserta, organizzazione che si dedica alle donne migranti liberate dalla schiavitù. C’è suor Mihaela Elizabeta Balauca da Ponte Galeria che cammina vicino a Maria Leonor Jardon dell’Unità di strada, attiva per portare aiuti ai senza fissa dimora.


A rappresentare il Medio Oriente martoriato da guerre e divisioni sono presenti invece padre Francois M. Shamiyeh dalla Siria e padre Theodorus Beta Herdistyan dei Frati di Terra Santa. Come ogni anno, ormai da decenni, non manca l’Unitalsi: anche questa sera sono numerosi i volontari e gli operatori dispiegati nell’area del Colosseo per sostenere ed aiutare i pellegrini, specialmente quelli disabili. Uno di loro, Costantino Fois, porta la croce durante la quarta stazione, accompagnato da tre volontari. 


Massiccia, infine, la presenza delle forze dell’ordine. Migliaia di agenti sono dispiegati in un doppio anello di controllo nelle zone tra Colosseo e San Pietro, e, più in generale, tutta l’area del centro è pattugliata dalla mattina da Polizia, Finanza, carabinieri e vigili urbani.

MINISTRO SALVINI PER CORTESIA NON CITI PIU' IL BUON DIO E IL CROCIFISSO.


IL RAZZISMO NON PASSERA'


I RAZZISTI SONO STUPIDI

MIGRANTI E L'IGNORANZA DELLA LEGA

IL DECRETO SALVINI

UN LEGHISTA MI INSULTA SUL PROFILO SOCIAL DI SALVINI


GUAI A VOI SCRIBI E FARISEI

 BUON GIORNO SONO GABRIELE RICORDI

CULTURA GENERALE INCLUSIONE

STO PREPARANDO I MIGRANTI PER AFFRONTARE LA COMMISIONE



shinystat.cgi?USER=cervigabriele







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