domenica 24 maggio 2020

RICORDANDO GIOVANNI FALCONE UN UOMO, UN GIUDICE. IN UN COVO DI VIPERE.


IL TAMPONE DELLA  MINISTRA BELLANOVA

BREVE RIFLESSIONE :  FALCONE E BORSELLINO STAVANO INDAGANDO SU ALCUNI LEADER POLITICI MILANESI  IN ODORE DI MAFIA. FURONO UCCISI PER QUESTO… L'AGENDA ROSSA DI BORSELLINO SPARI'.. LI PROBABILMENTE ERANO RACCHIUSI I NOMI DEI POLITICI COLLUSI CON LA MAFIA
.  ERANO GLI ALBORI DI MANI PULITE MERIDIONALE  FURONO FERMATI PER QUESTO.

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POVERA PATRIA


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Questa mattina mi è venuto a trovare un mio ex allievo immigrato. Gli ho consigliato di fare domanda relativa al decreto del ministro BELLANOVA. Nel vederlo così magro e depresso il mio cuore ha sofferto . Questo è uno strano paese dove i mafiosi fruiscono del reddito di cittadinanza. Tutto perché non esiste un controllo. Gli anni passano ma le incompetenze burocratiche dei Guelfi e Ghibellini in politica e nel popolo diviso sono ancora una realtà purtroppo.

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AI TEMPI DEL CORONAVIRUS:
La cosa più bella che possa capitare a chi fa volontariato nonostante la crisi lavorativa ,che tutti ha colpito (compreso il sottoscritto) è dare opportunità a persone che hanno sempre meno di noi e che stanno attraversando momenti di difficoltà psicofisica. A volte questa è l'unica medicina per riprenderci in mano la vita con DIGNITÀ senza fruire di un assistenzialismo , doveroso, in certi casi ma che non produce futuro. Per dare un futuro disinteressato bisogna avere una buona dose di umanità e di amore verso il prossimo mandando a quel paese il dio denaro.



DONAZIONI AI TEMPI DEL CORONAVIRUS.
Oggi una famiglia di Castelverde ha DONATO alla Cascinetta didattica: 2 biciclette d'epoca, un triciclo e una saldatrice. GRAZIE DI CUORE.


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Giovanni Falcone



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lunedì 18 maggio 2020

QUESTO E' UN SEGNALE POLITICO MAFIOSO IN USO NELLA PRIMA REPUBBLICA ANDREOTTIANA.

‘Giù le mani dalla Lombardia’: su Libero la difesa della sanità regionale è a firma di Formigoni, condannato per tangenti nella sanità regionale

Questo è un segnale politico-mafioso.
Io sono forte perché molti potenti e non mi devono favori. Io sono un cattolico.. E seguo il Vangelo. Voi siete dei cattolici che seguono quel rivoluzionario di GESÙ . Io rappresento la Chiesa MONDANA.
Voi seguite Papa Francesco. Ma sappiate e ve lo dico da cattolico, che nella chiesa, Il business e l'ipocrisia ha sempre vinto.. nei secoli. Io ne sono un esempio vivente . Voi cattolici mediocri e onesti siete la feccia. Io sono un cattolico - cristiano immortale e Grazie agli amici potenti di Giuda ora sono RISORTO.
Riflessione di Gabriele Cervi

Il quotidiano della famiglia Angelucci (i re delle cliniche private) ospita l'intervento dell'ex governatore regionale, condannato in via definitiva a 5 anni e 10 mesi per corruzione nell'inchiesta sul caso Maugeri-San Raffaele. Il Celeste difende Fontana e Gallera e attacca governo e M5s, reo di voler mettere le mani sul Pirellone. Nel 2019 i giudici di Cassazione avevano motivato la pena nei suoi confronti parlando di "mercimonio della propria funzione"
“Gli errori li ha fatti il governo. Giù le mani dalla Lombardia“. E’ il titolo del colonnino che compare a pagina 9 dell’edizione odierna di Libero. Si parla di sanità e della gestione lombarda della pandemia. Chi è l’autore dell’articolo? Roberto Formigoni, l’ex governatore condannato in via definitiva a 5 e 10 mesi per corruzione nella sanità per il caso Maugeri-San Raffaele (da luglio scorso ai domiciliari) nonché condannato dalla Corte dei conti a versare 47,5 milioni di euro – in solido con gli altri protagonisti della vicenda – per il danno erariale arrecato alla Regione Lombardia. Tradotto: un condannato per tangenti nella sanità che difende la sanità lombarda (la stessa che ha contribuito a cambiare nei suoi 18 anni alla guida del Pirellone) sul giornale edito dalla famiglia Angelucci, i re delle cliniche private.
Al netto del pedigree e della fedina penale di autore ed editore della difesa d’ufficio di Fontana, val la pena riportare alcuni passi dell’articolo del ‘Celeste‘. Formigoni innanzitutto attacca i 5 stelle, che nelle scorse settimane hanno chiesto il commissariamento della Regione, che a loro dire ha gestito malissimo l’emergenza sanitaria causata dal coronavirus. Per l’ex governatore, però, Fontana e Gallera non hanno alcuna responsabilità: secondo l’ex parlamentare il problema è che la Lombardia è stata colpita poiché è un territorio iperdinamico e con solidi rapporti commerciali con la Cina. Nel giochino dell’attribuzione delle colpe, a detta del Celeste gli errori sono stati del governo e di alcuni sindaci: il primo ha chiuso solo i voli diretti per e dalla Cina, senza pensare agli scali; “e poi ha perso tempo nella proclamazione della zona rossa nelle valli bergamasche, che solo il governo aveva uomini e mezzi per decidere e far rispettare“. Il tutto in barba all’ammissione dell’assessore regionale al Welfare Gallera, che nella querelle con Roma su chi potesse decretare la zona rossa, è stato costretto ad ammettere che la Regione poteva farlo ma decise di aspettare il governo, che a sua volta – questo sì – decise di non chiudere il Bergamasco. Formigoni, poi, se la prende con Sala e Gori, sindaci di Milano e Bergamo, che nei primi giorni dell’emergenza “si opposero alle prime chiusure nelle loro città intonando il coretto ‘Milano non chiude’ e ‘Bergamo non chiude’ e brindando in gruppo con il loro segretario nazionale Zingaretti
“.

Formigoni poi ammette che l’operato del Pirellone non è stato perfetto, sostiene che “tutto andrà esaminato nel momento opportuno”, ma poi assolve Fontana e Gallera perché “al confronto con i grossolani errori del centro, governatori e assessori regionali escono assolti”. Non manca l’attacco diretto agli ipotetici commissari ipotizzati da M5s e a Domenico Arcuri, scelto da Conte per gestire l’emergenza; per Formigoni Arcuri è il padre di tutti i mali nella gestione dell’emergenza: “Dio ci scampi!” dice il Celeste, che poi cita un sondaggio fatto sparire da un “giornalone” e che di fatto promuove la gestione dell’emergenza sanitaria da parte di Regione Lombardia. Che, è la chiusa dell’articolo, ha ricominciato ad attrarre pazienti da tutta Italia: “Sono ricominciate le prenotazioni di massa dal Sud e dal Centro Italia per chiedere di farsi curare nelle grandi eccellenze ospedaliere lombarde, pubbliche e private“.

Tutto questo per arrivare al vero punto dell’intervento di Formigoni, secondo cui l’unico, vero obiettivo dei pentastellati è che “non vedono l’ora di mettere le mani sulla Lombardia, preda che fa gola a tutti”, e “siccome alle regionali sono sempre stati sconfitti“, “allora ci provano con il potere centrale”. Quella dell’ex governatore lombardo è naturalmente un’opinione, che in quanto tale non può che essere legittima per definizione. I fatti, invece, li accerteranno i magistrati e, in caso di processo, i giudici. Diverso è il discorso circa l’opportunità morale e politica di un intervento del genere. E visto che le sentenze sono fatti e non opinioni, vale la pena riportare quella dei giudici di Cassazione, che il 21 febbraio 2019 hanno condannato Formigoni a 5 anni e 10 mesi di carcere per corruzione nella sanità: “Per quanto sul piano formale il Presidente della Regione non fosse il responsabile delle decisioni” in materia di sanità, “è stato accertato come il Formigoni di fatto avesse un totale predominio nella concreta procedura dei provvedimenti in questione”, ossia le delibere per “varie decine di milioni di euro” dati indebitamente alle Fondazioni Maugeri e San Raffaele che, corrompendo il ‘Celeste’, volevano “sterilizzare i risultati negativi” dei tagli alla sanità privata ottenendo dalla Regione Lombardia “provvedimenti favorevoli”. I supremi giudici, parlando di “mercimonio della propria funzione” in riferimento a Formigoni, hanno ricordato sul fiume di soldi pubblici così erogato in favore delle fondazioni Maugeri e San Raffaele, “risultava del tutto pretermesso il parere contrario della Struttura tecnica che aveva rilevato la erroneità di impostazione dei rimborsi. Il risultato” era che “la quantificazione del dovuto era falsata in favore del privato e a danno del pubblico“.


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Il 18 maggio di 81 anni fa nasceva Giovanni Falcone, il giudice ucciso dalla mafia e che non c’è più, cancellato da chi oggi fa finta di commemorarlo



Giovanni Falcone
  

Il 18 maggio di 81 anni fa nasceva Giovanni Falcone, il giudice ucciso dalla mafia e che non c’è più. Non c’è più perché cancellato da chi oggi fa finta di commemorarlo…


80 anni fa nasceva Giovanni Falcone. Vogliamo ricordarlo con questo intenso articolo tratto da Fanpage.it:
Giovanni Falcone non c’è più, cancellato da chi oggi fa finta di commemorarlo
Se ci si guarda intorno oggi nel giorno in cui si celebra Giovanni Falcone, si ricorda il suo compleanno, in fondo proprio Falcone, proprio lui non c’è più. I suoi scritti, il suo agire, le sue parole sono tradite nei fatti di questo tempo. Se Falcone non esiste più perché quelli che si sono impegnati tanto insistono nel commemorarlo? Potete lasciare perdere, no?
Ma dov’è oggi Giovanni Falcone? Mentre molti lo commemorano, lo onorano, ne fanno un santino buono per qualche celebrazione di rito e lo citano con la superficialità con cui ogni anno gli si dedica un comunicato stampa, lui, Falcone, quello che avrebbe voluto lasciare, dov’è qui intorno?
Non c’è più Falcone nella stortura stessa con cui troppo spesso viene celebrato. «Io credo che occorra rendersi conto che questa non è una lotta personale tra noi e la mafia. Se si capisse che questo deve essere un impegno – straordinario nell’ordinarietà – di tutti nei confronti di un fenomeno che è indegno di un paese civile, certamente le cose andrebbero molto meglio», aveva detto Falcone in un’intervista a Corrado Augias nel 1991. Giovanni Falcone temeva i simboli perché sapeva bene quanto possano tornare utili a chi vuole deresponsabilizzarsi. La lotta alla mafia, insegnava Falcone, funziona con l’impegno di tutti, non con l’impegno di pochi. E sia lui che Borsellino hanno lavorato perché diventasse una lotta terribilmente popolare. Quindi no. Falcone non c’è.
Non c’è Falcone nell’antimafia spot che la politica concede solo per propaganda. «Il quadro realistico dell’impegno dello Stato nella lotta alla criminalità organizzata. Emotivo, episodico, fluttuante. Motivato solo dall’impressione suscitata da un dato crimine o dall’effetto che una particolare iniziativa governativa può esercitare sull’opinione pubblica», scrisse Falcone nel suo libro “Cose di Cosa Nostra” (che è diventato un claim pubblicitario e invece sì, è un libro). Non c’è Falcone nella mafia che è sparita dalle discussioni dell’ultima campagna elettorale. Non c’è Falcone nell’agenda delle priorità degli ultimi governi. Non c’è più Falcone nelle leggi ritenute urgenti. Niente, non c’è.
Non c’è Falcone in un Paese che vorrebbe imporre egemonia politica di un pensiero unico. Non c’è Falcone lì dove la dialettica politica diventa una guerra tra degni e populisti e dove l’opposizione politica trova comodo associare il potere ai mafiosi e a posto così. «Per vent’anni l’Italia è stata governata da un regime fascista in cui ogni dialettica democratica era stata abolita. E successivamente un unico partito, la Democrazia cristiana, ha monopolizzato, soprattutto in Sicilia, il potere, sia pure affiancato da alleati occasionali, fin dal giorno della Liberazione. Dal canto suo, l’opposizione, anche nella lotta alla mafia, non si è sempre dimostrata all’altezza del suo compito, confondendo la lotta politica contro la Democrazia cristiana con le vicende giudiziarie nei confronti degli affiliati a Cosa Nostra, o nutrendosi di pregiudizi: “Contro la mafia non si può far niente fino a quando al potere ci sarà questo governo con questi uomini”», scrisse Falcone. Oggi Falcone, sentendo tutti quelli che scrivono che la mafia “è di questo o quel partito”, li prenderebbe a calci in culo per vigliaccheria.
Non c’è Falcone nell’antipolitica dal facile sdegno. Giovanni Falcone credeva nella politica. La investigava, frugava nelle sue pieghe, ma era convinto che la politica avrebbe potuto cambiare le cose. Fu chiamato a Roma al ministero da quello che era il vice di Bettino Craxi nel PSI. Oggi sarebbe un venduto, un amico dei poteri forti, uno della casta. Oggi non c’è più Falcone, no.
Non c’è Falcone nella cultura del sospetto contro chi si occupa di antimafia. Il “mascariamento”, lo chiamano gli uomini di Cosa Nostra e lo loro sanno bene come la deligittimazione spesso arrivi più dagli onesti che dai mafiosi, basta solo accendere la scintilla. Non c’è Falcone ogni volta che si sbatte la sua scorta o le minacce ricevute in faccia a qualche giornalista con cui siamo in disaccordo. Non c’è Falcone negli editoriali sugli attici a New York che colpiscono di sponda senza confrontarsi sulle idee. Non c’è Falcone ogni volta che associamo un impegno genuino alla furberia degli antimafiosi per finta che invece, chissà perché, non vengono mai toccati dal sospetto fino a che non vengono scoperti.
Non c’è Falcone nella reazione narcotizzata al processo sulla trattativa Stato-Mafia. «La mafia, lo ripeto ancora una volta, non è un cancro proliferato per caso su un tessuto sano. Vive in perfetta simbiosi con la miriade di protettori, complici, informatori, debitori di ogni tipo, grandi e piccoli maestri cantori, gente intimidita o ricattata che appartiene a tutti gli strati della società. Questo è il terreno di coltura di Cosa Nostra con tutto quello che comporta di implicazioni dirette o indirette, consapevoli o no, volontarie o obbligate, che spesso godono del consenso della popolazione.», scrisse Falcone. Non c’è Falcone lì dove ancora si insiste nel credere che le mafie non siano a braccetto con l’alta finanza, con certa imprenditoria, con putridi pezzi di politica. Non c’è Falcone in chi ogni volta si impegna a minimizzare le mafie come criminalità punto e basta. Ogni volta che qualcuno scrive “questo non c’entra niente con la mafia, la mafia è un’altra cosa” per proteggere qualche colletto bianco allora Falcone non c’è più.
E se Falcone non c’è perché quelli che ostinatamente lo cancellano oggi fingono di commemorarlo? Chissà che torni, piuttosto, prima o poi.
fonte: https://www.fanpage.it/giovanni-falcone-non-c-e-piu-cancellato-da-chi-oggi-fa-finta-di-commemorarlo/
http://www.fanpage.it/





IMMIGRAZIONE E CONTRASTO AL GIOCO D'AZZARDO LETTERA APERTA

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