domenica 18 febbraio 2024

LETTERA APERTA A GIORGIA MELONI UN DOMANI SUA FIGLIA SARA' FIERA DI LEI.


Con 93 voti favorevoli e 61 contrari, l’Aula del Senato approva in via definitiva il ddl di ratifica dell’accordo Italia-Albania sui migranti che prevede l’apertura di due centri in territorio albanese, per accogliere 3.000 persone. Il via libera è stato arrivato tra gli applausi della maggioranza, che parla di “accordo col quale il governo Meloni ridisegna una nuova politica per l’immigrazione”. Dure le opposizioni, che denunciano le possibili violazioni dei diritti umani e parlano di “pura propaganda” e di “spot elettorale“, perché, è stato detto in Aula, “si spendono 650 milioni per costruire e gestire due centri con capienza massima di 3.000 persone a fronte delle 157mila sbarcate nel 2023”. “Una scelta che spinge il Paese su una strada di disumanità, deterrenza ed esternalizzazione delle responsabilità” , ha dichiarato il portavoce di Europa Verde e deputato di Alleanza Verdi Sinistra, Angelo Bonelli.
Con l’approvazione parlamentare arriva anche la bocciatura della Conferenza episcopale italiana (Cei), l’assemblea dei vescovi. “673 milioni di euro in dieci anni in fumo per l’incapacità di costruire un sistema di accoglienza diffusa del nostro Paese, al 16° posto in Europa nell’accoglienza dei richiedenti asilo rispetto al numero degli abitanti”, è il duro commento di mons. Gian Carlo Perego, presidente della Commissione per le migrazioni della Cei e di Migrantes. “673 milioni di euro veramente ‘buttati in mare‘ per l’incapacità di governare un fenomeno, quello delle migrazioni forzate, che si finge di bloccare, ma che cresce di anno in anno”. Altrettanto netto il commento di Emergency: “L’accordo rischia di provocare delle violazioni di diritti umani e disparità di trattamento tra chi approda in Italia e chi in Albania. E’ impraticabile l’idea di uno screening fatto in mare tra migranti destinati ai due centri in Albania e persone vulnerabili”, che rimarrebbero a bordo mentre tutti gli altri sbarcherebbero e dovrebbero poi affrontare anche il viaggio verso l’Italia. La ong ha puntato il dito anche contro la spesa: “Per la duplicazione di uffici e strutture, per la costruzione e la gestione dei due centri, per una sorta di indennità da versare all’Albania e per la spola delle navi italiane tra le due sponde dell’Adriatico, risorse che potrebbero essere usate per un’accoglienza dignitosa, progetti di cooperazione internazionale nei Paesi di origine e per creare vie legali di accesso in Europa”.
I centri in Albania, un centro per il rimpatrio e un hotspot per le procedure di frontiera accelerate di esame delle domande d’asilo, potranno contenere contemporaneamente un massimo di 3.000 persone. II ddl di ratifica approvato in Senato ha quantificato anche la spesa del Cpr in ben 673 milioni nei 10 anni previsti per la durata dell’accordo. Il Cpr sarà a Giader, 20 chilometri nell’entroterra. Il trasporto, dal Centro di approdo nel porto di Shengjin al Cpr, sarà effettuato dall’Italia, che provvederà anche alla sicurezza interna ai due Centri, mentre all’Albania è affidata la sicurezza esterna. Quanto all’hotspot, una volta effettuato l’esame delle domande, sia i migranti che hanno diritto alla protezione internazionale sia quelli che devono essere “respinti” nel proprio Paese, dovranno essere trasportati in Italia. Ancor più delicato il tema delle persone vulnerabili. Nel dibattito in commissione, sia alla Camera che al Senato, e poi Aula, il governo, con il viceministro Cirielli, ha detto che in Albania non saranno inviati i migranti “vulnerabili” (minori, minori non accompagnati, donne incinte, disabili fisici e psichici, anziani, vittima di tratta e di tortura, ecc). Tuttavia, gli emendamenti delle opposizioni al ddl di ratifica che esplicitavano nella legge questo principiosono stati bocciati dalla maggioranza. Il governo ha poi sostenuto che la “scrematura” tra “vulnerabili” e non, avverrà sulle stesse navi italiane che avranno soccorso i migranti in mare. Ipotesi che non ha ancora trovato spiegazioni soddisfacenti in merito all’effettiva possibilità di tutelare i diritti umani delle persone soccorse.
Al netto della ratifica parlamentare, resta aperta la questione della legittimità dei trattenimenti per le procedure di frontiera accelerate, che il cosiddetto decreto Cutro del governo applica a tutti coloro che provengono da Paese terzo considerato sicuro e per questo avrebbero ridotte possibilità di ottenere la protezione internazionale. L’esigenza di valutare ogni caso singolarmente, come impone la direttiva europea 33/2013, l’ottobre scorso ha motivato le mancate convalide del trattenimento di alcuni tunisini nell’hotspot di Pozzallo, in Sicilia. Alle ordinanze dei giudici di Catania si è opposto il ministero dell’Interno. Le sezioni unite della Cassazione hanno confermato i dubbi e passato la palla alla Corte di giustizia europea. Con due ordinanze interlocutorie è stato chiesto alla Corte di esprimersi sulla garanzia finanziaria di circa 5mila euro che un richiedente asilo sarebbe obbligato a versare per evitare il trattenimento in un centro dove attendere l’esito della domanda di protezione. La materia è sempre di competenza della direttiva 33/2013 e la Corte potrebbe esprimersi più in generale sul trattenimento che, dice la normativa, è ammesso solo “ove necessario e sulla base di una valutazione caso per caso”. Il pronunciamento della Corte e il successivo giudizio della Cassazione sarà determinante anche per le procedure di frontiera che l’Italia intende operare, sotto la sua giurisdizione, in Albania.








 











































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domenica 4 febbraio 2024

Lo ammetto. Ho perso, come volontario , come cittadino, come lavoratore. Nessuna fiducia e speranza per rinnovare il nostro paese. Loro i benpensanti, hanno vinto.

3 MANDATO POLITICO LA FINE DELLA SOCIETA' CIVILE

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AVEVANO RAGIONE LORO ...

3 mandato ai sindaci. Una politica senza etica denunciate da Papa Francesco, don Milani, De Andrè, Gaber, Pasolini arrivata fino ai disonorevoli giorni nostri.

Alessandro Mazzarelli autore del libro: Il sogno di Don Milani.
DECALOGO POLITICO DI BARBIANA
DIVIETO DI RICOPRIRE PIÙ DI UNA CARICA PUBBLICA.
DIVIETO DI RIMANERE PER PIÙ DI DUE VOLTE NELLA STESSA CARICA PUBBLICA.
DIVIETO DELLA PUBBLICITÀ PERSONALE DEI CANDIDATI A QUALSIASI CARICA PUBBLICA.
DIVIETO DI RICOPRIRE UNA CARICA PUBBLICA E UNA DI MOVIMENTO IN MANIERA DI CONSENTIRE ALL'ORGANIZZAZIONE POLITICA IL CONTROLLO SULL'OPERATO DEGLI ELETTI.
DIVIETO DI COSTITUIRE CORRENTI O GRUPPI DI POTERE.
DIVIETO DI APRIRE UFFICI PER LA PROMOZIONE DEL CLIENTELISMO.
OBBLIGO DELLA DICHIARAZIONE ANNUALE, PUBBLICA E GIURATA DI TUTI I REDDITI E DI TUTTE LA PROPRIETÀ DA PARTE DEGLI AMMINISTRATORI PUBBLICI.
IRREPRENA8BILITA MORALE NELLA VITA PUBBLICA E PRIVATA.
PREDISPORRE LA LISTA DEI CANDIDATI A QUALUNQUE CARICA PUBBLICA, MEDIANTE UNA SCALA DI MERITI.
ESERCITARE LA POLITICA CON SERVIZIO, EVITANDO QUALSIASI CONTRASTO PERSONALE CON GLI ALTRI SERVITORI.
BARBIANA 1996.
OGGI INVECE SI ASSISTE A:
IL3 MANDATO AI SINDACI È LA DEFINITIVA MORTE DELLA SOCIETÀ CIVILE.
La maledizione del 3 mandato ai sindaci.!
I politici giocolieri sono riusciti a far passare una legge per ottenere il 3 mandato come governatori regionali e sindaci comunali . Vale per i comuni che non superano i 5000 abitanti .Il sindaco di Castelverde Locci, ha già fatto sapere che si ricandidera' . Prego per lei. Il mio santo rosario è fatto di tutte le buche che ho preso nel corso del suo mediocre mandato decennale, girando per le strade ,di Castelverde e frazioni . Naturalmente è una metafora non me ne voglia il sindaco..
Cervi Gabriele responsabile del Gruppo privato di auto-aiuto contro il gioco d'azzardo.. salviamo i nostri ragazzi. .
Nel 2023 abbiamo avuto il massimo di povertà , a fronte di politici e sindaci che stanno a guardare il macello sociale che grazie alla loro ipocrisia si guardano bene da ridurre e combattere .. Nel contempo questi giocolieri comunali, si sono radopiati lo stipendio, hanno reso legittimo un vitalizio immorale e hanno dato la stura al loro 3 mandato. La gente quella perbene è diventata sempre più povera.. solo in Italia esiste da sempre una simile disonorevole , non etico e ipocrita classe politica. Comitati d'affari che in tutte le realtà: Nazionali , Regionali, Provinciali e Comunali sono da considerarsi veri e propri influencer Imprenditori di loro stessi che usano la politica e la loro carica pubblica per foraggiarsi e foraggiare zerbini e lobby.
Cervi Gabriele
( Presidente associazione in cammino con S. Francesco la Cascinetta didattica di Castelverde che si autofinanzia)

TROVO SEMPRE PIÙ DIFFICOLTÀ INTERAGIRE CON LE ISTITUZIONI..PER LA LORO IPOCRISIA E COMPLICITÀ. Dal libro in cantiere : le verità nascoste (..)
Primo video del 2024.
Lettera alla Meloni e per conoscenza a Papa Francesco e Mattarella. Fonte Settimanale il Piccolo di Cremona e Quotidiano La Provincia di Cremona. Oggetto contrasto al gioco d'azzardo e migranti.
Riflessione : Le migliori menti truffaldine si trovano nei partiti che non sono altro che comitati d'affari . Gabriele Cervi. P.S. Attenti sempre a non fare di tutta l'erba un fascio. Per vedere il mio video digita la foto.
Riflessione : Le migliori menti truffaldine si trovano nei partiti che non sono altro che comitati d'affari . Gabriele Cervi. P.S. Attenti sempre a non fare di tutta l'erba un fascio. Per vedere il mio video digita la foto.
A volte per dare voce agli ultimi mi scontro democraticamente con i rappresentanti delle istituzioni politici, sindaci, asessori ecc.. pur amando le istituzioni..ma ,certamente non amo chi le tradisce.. tradendo i principi costituzionali per fare gli interessi dei poteri forti.. Gabriele Cervi .
Io uso i miei social come strumento civile per dare voce a chi voce non ha. Gabriele Cervi blogger senza scopo di lucro.
Volontariato a tutto campo..Questo è stato ed è il mio fare ..1 parte.
DEDICATO ALLE GIOVANI GENERAZIONI.
Informarsi per capire.. per non dimenticare... Operare per migliorare il sistema restando nel sistema.. Gabriele Cervi
IL PICCOLO CREMONA Dott. Vanni Raineri giornalista .
La cascinetta didattica e la guerra alle slot machine
pubblicato da il piccolo cremona 3/01/2022 01:43:00
Chi è Gabriele Cervi : l’impegno in due libri: “la famiglia negata” e “diario di una scuola lager”
Gabriele Cervi è nato a Cremona nel 1956, si è poi trasferito a Castelverde dove vive tuttora. È impiegato in una scuola professionale cremonese. Ha un diploma di contabile d’azienda, e un altro, ottenuto nel 2005 alla scuola serale del Beltrami, di dirigente di comunità in attività sociali. Per difendersi dal mobbing subito sul posto di lavoro, dopo il ruolo di delegato Cisl Scuola ha fondato alla fine degli anni ’90 l’associazione onlus Gruppo di Autoaiuto Contro Mobbing di Cremona, che ha presieduto per dieci anni. Ha al suo attivo due libri: “La famiglia negata” (una sorta di diario, con lettere scritte dal 1995 al 2003, finalizzato a far chiudere gli orfanotrofi in Italia, con tanto di ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo) e “Diario di una scuola lager” (sottotitolo “1988-1994: il business delle scuole convenzionate”).
«Ho trascorso anni terribili, ma sono sopravvissuto al mobbing che ho subito in quegli anni terribili; ritengo la cascinetta didattica da me fondata, come educatore, la mia personale realizzazione, sociale e umana che come lavoratore onesto non si era mai realizzata».
A parlare è Gabriele Cervi, presidente dell’Associazione “In cammino con San Francesco” la cascinetta didattica onlus, una realtà presente da 8 anni a Castelverde, sganciata dalle istituzioni ma calata nella realtà, capace di rispondere alle esigenze della società in modo semplice ma per questo insostituibile.
Ma come nacque l’idea della cascinetta?
«Il progetto è datato 2014. Il mio desiderio era realizzare dei laboratori per ragazzi perché mancava la manualità nelle scuole. Non avevo la sede, ma fui fortunato. Abitavo a Castelverde, e proprio di fronte a casa mia c’era questa cascina, dismessa da anni: scoprii che era dell’Opera Pia ospizio di Castelverde. Preparai un progetto e uno statuto e lo inviai al presidente dell’Opera Pia, al vescovo che allora era Lafranconi e ho avuto anche l’idea di inviarlo a Papa Francesco. Nessuno mi rispose, senonché il Papa scrisse al vescovo dicendo di appoggiare il progetto. Un vero colpo di fortuna, che mi ha consentito di avere la cascina in comodato d’uso per 5 anni».
Immaginiamo che ci sarà stato da lavorare per renderla utilizzabile.
«Quella cascina di fine Ottocento era diventata una vera discarica, ma le stanze erano a posto ed è diventato presto un laboratorio. Ho provveduto io a pulire, sistemare e tinteggiare con l’aiuto di alcuni amici nomadi. Fatto sta che nel 2015 abbiamo potuto iniziare l’attività con un primo corso di ciclomeccanica».
Insomma, si aggiustavano biciclette.
«Certo. Strada facendo ho trovato volontari bravi a riparare moto e scooter, a fare l’orto e i laboratori sono cresciuti. Gli allievi di quel primo corso erano per la maggior parte ospiti della Caritas di Cremona allora diretta da don Antonio Pezzetti. Il corso andò benissimo, eravamo tutti contenti dell’esperienza. Io non conoscevo la realtà degli immigrati, parlando con loro scoprii che alcuni erano alla casa dell’accoglienza da 3-4 anni ad attendere il permesso di soggiorno senza poter fare nulla. Quegli immigrati non potevano né essere assunti né studiare, mentre noi, gestendo dei laboratori, abbiamo potuto averli come allievi. Tutta questione di burocrazia, fatto sta che mi sono preso a cuore questa battaglia di diritto al lavoro e iniziai a scrivere in giro: inviai anche un’informativa alla Comunità Europea. Tutti problemi che sono rimasti, anche se qualche pratica si è velocizzata».
Non solo laboratori, però.
«Nel 2016 ci fu il terremoto ad Amatrice. Pensai di aiutare i bambini del posto e feci un appello sui giornali locali chiedendo biciclette in disuso da aggiustare: funzionò, ne arrivarono a decine. Con l’aiuto della Caritas portai le bici a Camerino, che è il paese di provenienza di monsignor Antonio Napolioni, che nel frattempo era diventato il nostro vescovo, che fu presente alla consegna, assieme all’amministrazione comunale e ai volontari del posto. Una bella iniziativa».
Poco dopo, una conoscenza di quelle che ti cambiano la vita.
«Nel 2017 scoprii don Lorenzo Milani, un personaggio straordinario, un vero rivoluzionario. Ho comprato tutti i suoi libri, ho dedicato a lui il laboratorio di meccanica dell’anno successivo, ho fondato un gruppo Facebook intitolato “Amici di don Lorenzo Milani” ottenendo la collaborazione di Edoardo Martinelli, che è tra gli amministratori, che fu un allievo del prete della scuola di Barbiana».
Ora che i laboratori sono chiusi per il periodo invernale, lei sta dedicando i suoi sforzi a combattere una piaga sociale come il gioco d’azzardo.
«Accadde che nel 2018 conobbi amici affetti da ludopatia. Papa Francesco ha definito le slot machine strumenti del diavolo, ha detto che azzardo e usura creano fallimenti familiari, che sono un cancro istituzionale, e ha ragione: dobbiamo lottare senza tregua. Anche il vescovo Napolioni ha sottolineato la necessità di contrastare le slot che rovinano le famiglie. Sull’argomento ho scritto al direttore di Avvenire Marco Tarquinio che ha risposto alla mia lettera usando parole molto dure: “Le lobby del gioco d’azzardo trovano troppo spesso il sorriso acquiescente di molti che siedono in Parlamento”. Io proprio ai parlamentari ho inviato nel 2019 informative documentate di danni e patologie, senza avere alcuna risposta. Ho scritto anche al sindaco di Cremona Gianluca Galimberti, e recentemente anche al sindaco di Castelverde Graziella Locci. Purtroppo siamo la maglia nera d’Europa, ma proprio i politici hanno creato questa malattia, e trovo che sia un controsenso che ora investano denaro per aiutare i malati da gioco».
Regione Lombardia nel 2014 ha approvato una delibera contro l’installazione di nuove slot machine entro 500 metri dai punti sensibili.
«Peccato che non sia una legge retroattiva. Purtroppo il gioco è entrato nel cervello della gente. Io mi sto occupando della difesa dei punti sensibili: è assurdo vedere questi apparecchi vicino alle scuole. Propongo di mettere flipper al loro posto».
Immagino sia una provocazione: difficile convincere un gestore a sostituire una slot con un flipper.
«No. Ci sono gestori di bar che hanno messo calcio-balilla invece delle slot anche nella nostra provincia. La nostra proposta rientra in un progetto che invieremo ai parlamentari».
Intanto cresce il gioco d’azzardo tra le mura domestiche, che difficilmente si può tenere monitorato, soprattutto per i giovani.
«È pericolosissimo, e il Covid tenendoci in casa ha aumentato il giro d’affari. Purtroppo la politica non ha etica, ed è difficile perseguire il bene collettivo. Ognuno promette cose che poi il sistema non consente di fare: io continuo la mia battaglia ma sono sfiduciato».
Torniamo alla cascinetta. Come finanziate le attività?
«Innanzitutto non vogliamo contributi pubblici: tutto è frutto del volontariato. Ci si autofinanzia, accettando doni come bici da riparare, pane per i nostri animaletti, il resto lo mettiamo noi. Non sono solo, ci sono alcuni soci e nella semplicità abbiamo la nostra forza, con passione, onestà ed etica».
Chi tiene i corsi?
«Posso contare su un buon numero di volontari, anche laureati. Io stesso come educatore insegno cultura generale e realizzo progetti didattici mirati come quello sulla vita e le opere di don Milani: i libri di don Milani li uso come libri di testo. I laboratori inizieranno a fine marzo: partiremo con la riparazione delle bici e il restauro di bici d’epoca. Poi proseguiremo con la riparazione degli scooter, i lavori dell’orto eccetera».
Ha parlato di animaletti.
«Non ci sono corsi in tema di allevamento, ma anni fa abbiamo fatto un bel progetto con le scuole primarie di Castelverde che comprendeva anche l’orto e la riparazione delle bici».
Come arrivano a voi i ragazzi che frequentano i corsi?
«Nei primi anni c’erano anche ragazzi cremonesi, poi l’alternanza scuola-lavoro ha consentito loro di stare in officina e la mia utenza è calata: almeno avevo creato qualcosa che non c’era prima. Oggi l’utenza scolastica l’ho persa ed è rimasto il contatto con la Caritas: il corso di ciclomeccanica lo faremo con la loro collaborazione, e così più avanti il corso di riparazione auto».
Ma per quello che fa ha preso spunto da qualche esperienza?
«Non mi risulta che ci siano in giro casi come il nostro. Siamo contenti del cammino fatto grazie alla nostra passione, con spirito di solidarietà vera. Non facciamo progetti finalizzati a intercettare fondi pubblici. La mia è una missione per sentirmi vivo».
Lei si ispira spesso a Papa Francesco, a San Francesco e a don Milani. Si sente un uomo di fede?
«Dove ci sono onestà ed etica ci sono brave persone, ci possono essere errori ma non c’è ipocrisia. Io ho una fede semplice, di terra, che è quella di Gesù. Alla Papa Francesco».
Si appella all’etica e all’onestà. Non si sente fuori moda?
«Sì, sono decisamente fuori moda. Non sono “allineato” ma mi salva l’autoironia».
Mobbing lavorativo. Diario Prima parte 1989 - 1994. Digita qui https://youtube.com/playlist...
Digita qui sotto il nostro link video no slot.
Campagna 2022 No Slot
Si tolgano le slot da tutti quei locali che si trovano nelle vicinanze di punti sensibili quali: scuole, chiese, ospizi, associazioni, centri commerciali ecc. E si sostituicano con FLIPPER. I FLIPPER NON HANNO MAI ROVINATO NESSUNO.
COSA PENSEREBBE DON. LORENZO MILANI DI UNO STATO BISCAZZIERE.!!! UNO STATO CHE CORROMPE I NOSTRI RAGAZZI TRASFORMANDO IL GIOCO D'AZZARDO ,IN UN STATO SIMBOLO DOVE IL DIO DENARO HA PREVARICATO I VALORI COSTITUENTI DELLA NOSTRA COSTITUZIONE!!??
GIOCO D'AZZARDO. INFORMARSI PER CAPIRE.
HANNO DETTO:
2021:Gabriele Cervi
CHI FA POLITICA, IN QUESTO CASO, HA DIMOSTRATO E STA DIMOSTRANDO UNA NON ETICA, CHE RASENTA PER CERTI ASPETTI UNA TOTALE IPOCRISIA, UN SENSO CIVICO SOTTOSVILUPPATO , CON UNA FORTE CONNOTAZIONE CINICA E AFFARISTICO ISTITUZIONALE, TRAENDO BENEFICIO ECONOMICO, DA SOGGETTI DEBOLI , CHE LORO STESSI HANNO CREATO E PLASMATO .
GABRIELE CERVI
Papa Francesco ha definito il gioco d’azzardo "congegni futili, strumenti del diavolo". Azzardo e usura generano continui fallimenti non solo economici, ma anche famigliari e assistenziali. Si lotti con tutte le forze per sconfiggerli. Gioco d'azzardo è un cancro istituzionale.
.Papa Francesco: "azzardo e usura piaghe sociali contro cui lottare senza tregua"
Il vescovo Napolioni nell'ultima omelia 'Bene il contrasto alle slot'
Il vescovo durante la messa
Gioco d’azzardo e slot machine rovinano le famiglie: ben vengano tutte le iniziative atte a contrastare queste dipendenze. Lo ha detto il vescovo Antonio Napolioni nella sua omelia di fine anno.
Il vescovo ha stigmatizzato il comportamento dell’uomo contemporaneo, che sembra sempre più schiavo del tempo e delle nuove tecnologie, che ci portano a essere “sempre più schiavi di mille forme di dipendenza. A tal proposito non posso che appoggiare chi nella nostra città giustamente cerca di limitare i danni della dipendenza dal gioco d’azzardo che rovina le persone, le intelligenze, le coscienze, le famiglie, la società stessa. Il dramma è che questa società attraverso le sue istituzioni un po’ alimenta queste dipendenze e un po’ cerca di ridurne i danni”.
Per il vescovo “i nuovi mezzi digitali invece di aiutarci a vivere meglio – ha spiegato – aumentano la nostra ansia. La tecnologia oggi è ansiogena! Per cui non solo non ci basta il tempo, ma non lo sappiamo gustare, non ci sappiamo fermare a pensare, a capire. Siamo in preda a che cosa non si sa: a un motore che non si ferma eppure all’improvviso si inceppa, troppo tardi a volte per essere protagonisti della nostra vita”.
CREMONA DANTE LAFRANCONI VESCOVO EMERITO: «Ho molto apprezzato il gesto di alcuni commercianti che hanno rifiutato nei loro locali le slot-machine: il gioco d’azzardo, infatti, sta mettendo letteralmente sul lastrico migliaia di persone». Con queste parole il vescovo di Cremona, Dante Lafranconi mette un carico da undici contro quella che da mesi è divenuta una delle piaghe più difficili da combattere: il gioco d’azzardo. Sono parole incluse nel messaggio pasquale inviato da Lafranconi, anche quest’anno molto denso e molto apprezzato dai fedeli, che vi hanno trovato elementi di riflessione, di chiarezza, di guida. Lafranconi affronta la questione nel quadro più ampio del prendersi cura, della ‘custodia’ dell’altro, che sono centrali in questo periodo dove le difficoltà si moltiplicano, si sommano, danno vita a quadri esistenziali molto pesanti dai quali può essere difficile trovare una via d’uscita.
Avvenire Quotidiano cattolico dicembre 2021:
Le lobby del gioco d'azzardo di fronte trovano, troppo spesso, il sorriso acquiescente di molti che siedono nei banchi del parlamento
​Due premi Nobel per l'Economia, George A. Akerlof e Robert J. Shiller, si servono della storia delle slot-machine per spiegare come un mercato legale, debitamente manipolato, possa trasformarsi in trappola per i consumatori, le imprese (sane) e per l'intero legame sociale. Uscire da questa logica tossica è vitale per l'economia e la società nel loro insieme.
L’appello. Bagnasco: lo Stato lucra sul cancro del gioco d’azzardo
A farne le spese le fasce più deboli della popolazione. Un sistema studiato per far perdere.
Bagnasco: lo Stato lucra sul cancro del gioco d'azzardo
“Non possiamo tacere una stridente contraddizione pubblica: nonostante dichiarazioni – peraltro molto rare e languide – si sviluppa la piaga del gioco d’azzardo”. Così il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Cei, nel discorso pronunciato il 31 dicembre in occasione del Te Deum. “La pubblicità – ha aggiunto – è letteralmente invasiva, una vera violenza! L’affare azzardo rende più di 88 miliardi di euro all’anno: esso è stato studiato per far perdere, e produce povertà e malattia”.
In questo contesto, ha aggiunto Bagnasco, “lo Stato è venuto meno al suo dovere istituzionale di contenere questa nuova droga, che non conosce né età né condizione sociale. Non solo non contiene il cancro del gioco d’azzardo, ma lo favorisce, e lucra in modo tanto più vergognoso in quanto le vittime sono in maggioranza le fasce più deboli”.
Azzardo Un ragazzo su 2 tenta la fortuna. E 1 su 5 è «incallito»
Droga di Stato
E’ una droga di Stato. Lo Stato la produce, lo Stato la induce attraverso la pubblicità, lo Stato la deduce dalle proprie responsabilità etiche, sociali e civili, ma c’è anche un altro punto: lo Stato la appalta a privati. Questo è un meccanismo perverso perché lo stesso Stato poi si perora di voler curare le patologie, di investire nella prevenzione, stiamo assistendo in questo caso a un’alleanza perversa tra business privato, business di Stato e business della riabilitazione che è un vero e proprio meccanismo di prelazione finanziaria. Gli interessi in gioco in questo settore sono tantissimi, sono molti per lo Stato che ci guadagna sugli 8 miliardi di Euro di entrate fiscali l’anno ma ne ha spese più di due per incassarlo. Sono ancora di più per le corporation, le multinazionali spesso con sedi offshore che prendono le concessioni dallo Stato per gestire questo enorme business.
Un business ipocrita
Un business che ovviamente con la foglia di fico del gioco responsabile vorrebbe scaricare tutte le colpe dei propri disvalori sul giocatore, dicendo: alla fine hai sbagliato tu, ti sei ingannato davanti a quella macchina, la patologia è parte del problema ma il problema è molto più grande, non si possono indurre dipendenze di massa e questa dipendenza ha una finalità precisa, più si è dipendenti dal gioco d’azzardo, più la prelazione finanziaria che non può entrare dalla porta dell’usura, della speculazione bancaria o finanziaria strettamente detta entra dalla finestra del gioco d’azzardo diffuso, chi fa business in questo settore e anche lo Stato sono ben disposti a sacrificare o a lasciare per strada magari in qualche casa di cura, a carico di qualche cooperativa finanziata dagli stessi che producono il problema, quei pochi o tanti che si ammalano in forma conclamata. Mai come in questo caso dobbiamo dire che lo Stato ti droga, soprattutto una droga legale di questo tipo, diffusa massivamente, si parla di 428 mila slot machine, diffuse su tutto il territorio italiano, sono un numero senza precedenti in tutto l’occidente democratico.
Come funziona la truffa del gioco d’azzardo
In Italia in sistema del gioco d’azzardo è dato in concessione a privati, che progettano, sviluppano, studiano, finanziano software e per le macchinette, algoritmi programmati per far perdere il giocatore e per attrarlo continuamente verso di sé attraverso un doppio meccanismo di piccole vincite e grandi perdite.
Dal 2012 le slot machine che vediamo nei bar hanno anche una verse online, grazie al governo Monti che legalizzò i cosiddetti casinò games roulette e slot online, c’è anche stata un allarme da questo punto di vista delle autorità internazionali, perfino dall’Fbi sul nesso pericolosissimo tra movimenti di denaro, gioco d’azzardo online e possibilità di finanziamento di attività illecite e terroristiche. Con una slot machine da bar, con un Euro la partita dura 4 secondi. Mettiamo il caso che una macchinetta incassi 100 mila Euro, per legge ne dovrà “restituire” al giocatore 70 mila, quindi formalmente dal punto di vista della contabilità incasserà 30 mila Euro. Noi sappiamo che in realtà quei 70 mila Euro, “restituiti” al giocatore, vengono continuamente reinvestiti. C’è quindi una percentuale discretamente alta di quello che però tecnicamente si chiama il cash out, molto più bassa però di quello che è previsto per le slot machine da casinò che restituiscono anche il 92/93%, quindi non c’è assolutamente una convenienza per il giocatore, c’è una certezza di perdita, cosa ha rotto, spezzato non solo il patto di omertà ma il legame perverso tra istituzioni e mondo dell’azzardo?
La denuncia del sistema
L’attivismo dei cittadini e di molti sindaci che hanno capito che qualcosa sui territori non funzionava, è tornata la micro-usura, cresce il disagio, interi quartieri si sono trasformati in zone periferiche di microbische, i sindaci hanno posto all’attenzione delle autorità centrali un problema di ordine e salute pubblica e soprattutto i cittadini hanno chiesto il rispetto della Costituzione non si può garantire una presunta libertà di impresa se questa libertà di impresa contravviene a un principio fondamentale, contrasta e intacca la dignità, la libertà e la responsabilità vera delle persone, noi dobbiamo in tutti i modi evitare che questo privatissimo business che in parte, in gran parte è un business anche di Stato ricada ancora una volta sulle spalle dei cittadini, passate parola!
APPELLO 2021 -2022
SALVIAMO I NOSTRI RAGAZZI
No slot. . Cari ragazzi, svegliatevi.!!.Non giocatevi la vita pigiando i tasti di una, macchinetta, sposorizzata da politici ipocriti, avidi e senza Dio, per rubarvi la vita. Giocatevi, i politici, non votandoli più..
INFORMARSI PER CAPIRE.
Campagna di sensibilizzazione contro il gioco d'azzardo che vedrà, coinvolti , i nostri allievi, per l'anno formativo 2022.. Campagna promossa, autofinanziata e gestita dalla Cascinetta didattica di Castelverde ,con la collaborazione ,del gruppo privato facebook amici di Don. Lorenzo Milani.
Digita qui sotto il nostro link video no slot.
Entra nella nostra playlist YouTube Don. Milani un amico amico.https://youtube.com/playlist...
Le verità nascoste.
PRIMA PARTE 1989 1994 .
Per vedere e ascoltare la lettura di altri capitoli estrapolari dal mio diario lavorativo digita il seguente link.https://youtube.com/playlist...
Entra nel blog bene comune dedicato a Don Milani . Le nostre battaglie contro il razzismo e il gioco d'azzardo https://benecomune.myblog.it/..
































IMMIGRAZIONE E CONTRASTO AL GIOCO D'AZZARDO LETTERA APERTA

IMMIGRAZIONE E CONTRASTO AL GIOCO D'AZZARDO LETTERA APERTA

VIDEO PROPOSTE COME LIMITARE IL GIOCO D'AZZARDO E COME DARE DIGNITA' AGLI IMMIGRATI ECONOMICI. UNA BARISTA DI CASTLEVERDE NON U...