A un passo del portone della scuola c’è una sala slot. Succede a Casoria, 80 mila abitanti, in provincia di Napoli. L’istituto in questione è il “Moscati – Maglione”, una scuola media che si trova in un palazzo di proprietà di un istituto religioso. Il problema è che le suore Stimmatine hanno affittato una parte della loro struttura, adibita a locale commerciale, ad una slot. Nulla di vietato visto che la città non è dotata di un regolamento ad hoc che stabilisca le distanze tra gli istituti scolastici e le sale slot come accade in molte altre città. Resta la questione etica. Il proprietario della slot ha tutti i permessi in regola, non viola nulla ma quella sala a un metro dall’ingresso della scuola non è gradita a molti genitori che si sono ribellati a questa situazione.
Qualcuno ha persino ammesso al quotidiano “Il Mattino” che il figlio sarebbe entrato lì a scommettere”. Un’ipotesi scartata dal proprietario della slot che giura di far entrare solo maggiorenni. “I bambini semmai – ha spiegato – si fermano sulla soglia a giocare con il mio cane che ama carezze e coccole”. A storcere il naso di fronte alle segnalazioni dei genitori è anche la dirigente della scuola che, tuttavia, non ha potuto far nulla di fronte alla decisione delle suore, che senza farsi troppi problemi etici, hanno affittato il locale alla slot. A provare a spiegare la questione ci pensa il primo cittadino, Raffaele Bene che oltre a sedere sulla poltrona di sindaco è avvocato: “Sono stato eletto a maggio, ho verificato le concessioni e sono regolari. Purtroppo manca un regolamento anche perché si è in attesa della regolamentazione regionale”. In Regione la proposta di legge è in sottocommissione dopo la presentazione di diverse proposte arrivate da varie sponde politiche. Ora bisognerà cercare di unificare tutto e provare a scrivere una Legge.