giovedì 2 maggio 2019

1 MAGGIO SEMPRE PIU OBSOLETO AUTOREVENZIALE E INUTILE PER I LAVORATORI






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PARLIAMONE                  

LETTERA APERTA DI UN LAVORATORE



1 MAGGIO SEMPRE PIU OBSOLETO AUTOREVENZIALE E INUTILE PER I LAVORATORI



Non credo che ci sia molto da festeggiare… il primo maggio è morto da anni e non risorgerà mai più… Sono finiti i tempi in cui i lavoratori ,  i sindacati e i partiti se pur ideologizzati si spendevano veramente per tutelare il lavoro e i lavoratori.

Oggi di tutto questo si è fatto tabula rasa.  Ora i sindacati sempre più inutili e autoreferenziali, vivono di rendita e di luce riflessa.. Una volta all’anno si trovano uniti per fare questo circo mediatico dove   cantanti più o meno conosciuti  si esibiscono .  Molti giovani sono presenti…  insieme a truppe cammellate di partiti e sindacati)  Questi  giovani  almeno una volta all’anno credono  che il sindacato e le istituzioni siano  coloro i quali troveranno soluzioni per uscire da questo mondo del lavoro sempre più precario ed eticamente scorretto per poi tornare amaramente   alla realtà dove nulla cambia se non fare denaro sulla pelle dei lavoratori, sempre però però attenti a non fare di tutta l’erba un fascio. Io sono stato fondatore e Presidente per 10 anni di una associazione nata a tutela dei lavoratori mobbizzati.. si chiamava contromobbing onlus.. Unica a Cremona e in Italia.. poi  come tutto anche se la problematica era assai delicata… le istituzioni avevano scoperto  che sullla pelle dei lavoriatori si poteva fare anche  business. Noi siamo stati gli unici che ci autofinanziavamo... e posso dire se pur piccoli abbiamo risolto con coraggio  molti casi di mobbing. La nostra arma era la mediazione… e il buon senso… che abbiano sempre trovato in molti datori di lavoro.

 La nostra autonomia che ci portava ad essere al di sopra delle parti ci ha facilitato il compito.. Non ci siamo mai fatti comprare o condizionare.  Ora con la globalizzazione e il precariato  (che il sindacato ha sempre snobbato a mai aiutato) tutto è diventato più difficile..

Per ragioni di lavoro ( sul  lavoro sono sempre stato un lavoratore inguaiato) ho cambiato in 30 anni tre sindacati. Il primo negli anni 80 fu la Uil a cui chiesi di tutelarmi per controversie con il mio datore di lavoro.. allora ero impiegato in una scuola professionale convenzionata  con La Regione Lombardia a Milano.. Ma  per ragioni di connivenza con il datore di lavoro.. chi mi doveva difendere come delegato Uil  lavorando  nella mia scuola restituii la tessera sindacale . E quindi . diedi le dimissioni e mi iscrissi alla Cisl scuola.. Divenni  delegato sindacale RSA e fu una bellissima esperienza personale che mi portò a crescere come persona  e come lavoratore.. Fui molto fortunato perché trovai un sindacalista  allora segretario regionale molto bravo e onesto.. mosca bianca già allora parlo degli anni 90..  Poi successivamente  chiesi il trasferimento a Cremona e nel 2012..non ricordo bene l’anno stracciai la tessera della Cisl e mi iscrissi alla Cgil… scuola. Attualmente sono delegato regionale della Cgil.

Era doveroso fare questo excursus  lavorativo per inquadrare proprio il pensiero che sto esplicitando in questo mio articolo.  Personalmente non credo che il sindacato sia ancora utile  ai lavoratori… (apprendo ora che Landini segretario della Cgil nel parlare ai  lavoratori ha fatto una richiesta ben precisa  di fare un sindacato unico..) questo viene a fagiolo con quello che  ho  detto.. il sindacato ormai è in una profonda crisi.. se esiste ancora non è tanto per le tessere. o  i giovani  irrilevanti nel medesimo,  ma per lo zoccolo duro dei pensionati che continuano ad essere l’ago delle bilancia nei vari congressi dove si decidono l’elezione dei vari leaders sindacali e per i vari immobili che in questi anni hanno comprato..

Abbiamo una situazione in Italia lavorativa  quasi da terzo mondo non tanto per le leggi e le normative ma per il non controllo a monte.. La nostra piaga ormai endemica è l’evasione fiscale,   lo sfruttamento dei lavoratori , il sommerso … e le morti bianche..(incidenti sul lavoro).



 Piaghe  che inficiano la crescita sociale e etica del paese. Il sindacato come ho detto è in forte crisi come in crisi  sono i partiti  che  hanno sempre chiesto  ai sindacati voti..  Quindi da questo si deduce la non autonomia del sindacato.  I partiti sono sempre più alla ricerca di consensi  e ormai  per accativarsi i voti dei cittadini  candidano di tuto e di  più… Si vedono  candidati presi dal mondo del volontariato anche cattolico ( vedasi liste civiche dove cattolici praticanti si candidano  con la Lega)  persone che coprono cariche sociali e non invece di restare autonomi ,si vendono ai politici di turno,  , dallo stesso sindacato.. dal mondo dei rottamati.. ecc.

Quindi con questi personaggi non automomi  che alla fine devono rendere conto ai parititi che a loro volta devono rendere conto alle varie lobby  come si può cambiare  il paese.!!

Tutto ruota attorno al dio denaro ai vari interessi leciti e illeciti alle varie consorterie.. ai soliti raccomandati che coprono incarichi  lavorativi non per merito ma per  le varie porcherie sopracitate e che a volte essendo senza scrupoli distruggono la vita lavorativa compresa digniità e carriera a coloro i quali non sono compiacenti.  Ditemi a questo punto come si può cambiare questo paese ormai troppo inquinato ed eticamente squallido.

Buon primo maggio.

Gabriele Cervi

(Presidente Associazione in Cammino con S.Francesco la Cascinetta Didattica Onlus di Castelverde)


Questo mio articolo si puo’ trovare sul mio blog sociale: cervigabriele blogspot.com  su facebook e su youtube. 







“Il lavoro è sacro, ma non siate ostaggi del profitto”

19/08/2015  All’udienza del mercoledì, il Papa chiarisce il fondamento teologico della sacralità: il lavoro rende l’uomo a immagine di Dio. Anche e soprattutto per questo non ci si può affidare a un “mercato divinizzato”



Il lavoro è ”sacro” e non è un modo di dire né “un fatto romantico” dice papa Francesco . La frase ha infatti un fondamento teologico: “Lavorare – ha detto oggi il Santo Padre all’udienza del mercoledì- è proprio della persona umana ed esprime la sua dignità di essere creata a immagine di Dio. Perciò – continua Francesco - la gestione dell’occupazione è una grande responsabilità umana e sociale, che non può essere lasciata nelle mani di pochi o scaricata su un “mercato” divinizzato”.
Nella scorsa udienza aveva parlato di festa papà Francesco. Oggi il tema è invece il lavoro, perché, come chiarisce lui stesso, esiste un filo rosso che lega queste due parole. Entrambe infatti “fanno parte del disegno di Dio Creatore”. Per spiegarlo, il Papa cita la Genesi: (2,8.15): “Quando il Signore Dio fece la terra e il cielo, nessun cespuglio campestre era sulla terra, nessuna erba campestre era spuntata – perché il Signore Dio non aveva fatto piovere sulla terra e nessuno lavorava il suolo e faceva salire dalla terra l’acqua dei canali per irrigare (2,4b-6a). Non è romanticismo, è rivelazione di Dio; e noi abbiamo la responsabilità di comprenderla e assimilarla fino in fondo”.
Questa teologia del lavoro, comporta grandi responsabilità per chi ha in mano le leve del potere, secondo il Pontefice. “Causare una perdita di posti di lavoro significa causare un grave danno sociale. Io mi rattristo quando vedo che c’è gente senza lavoro, che non trova lavoro e non ha la dignità di portare il pane a casa. E mi rallegro tanto quando vedo che i governanti fanno tanti sforzi per trovare posti di lavoro e per cercare che tutti abbiano un lavoro. Il lavoro è sacro, il lavoro dà dignità a una famiglia. Dobbiamo pregare perché non manchi il lavoro in una famiglia”.
Ed è proprio la famiglia di luogo in cui si impara la cultura del lavoro. “La famiglia educa al lavoro con l’esempio dei genitori: il papà e la mamma che lavorano per il bene della famiglia e della società. Nel Vangelo, la Santa Famiglia di Nazaret appare come una famiglia di lavoratori, e Gesù stesso viene chiamato «figlio del falegname» (Mt 13,55) o addirittura «il falegname» (Mc 6,3)”. C’è anche posto per una citazione di San Paolo, e per una battuta. “«Chi non vuole lavorare, neppure mangi» (2 Ts 3,10).  - È una bella ricetta per dimagrire questa, non lavori, non mangi!”.
Il Papa cita infine l’Enciclica Laudato si’, che “propone una ecologia integrale” . Chiarendo come tra lavoro e tutela dellla bellezza della terra e la dignità del lavoro sono fatte per essere congiunte. Vanno insieme tutte e due: la terra diviene bella quando è lavorata dall’uomo. Quando il lavoro si distacca dall’alleanza di Dio con l’uomo e la donna, quando si separa dalle loro qualità spirituali, quando è in ostaggio della logica del solo profitto e disprezza gli affetti della vita, l’avvilimento dell’anima contamina tutto: anche l’aria, l’acqua, l’erba, il cibo... La vita civile si corrompe e l’habitat si guasta. E le conseguenze colpiscono soprattutto i più poveri e le famiglie più povere. La moderna organizzazione del lavoro mostra talvolta una pericolosa tendenza a considerare la famiglia un ingombro, un peso, una passività, per la produttività del lavoro. Ma domandiamoci: quale produttività? E per chi? La cosiddetta “città intelligente” è indubbiamente ricca di servizi e di organizzazione; però, ad esempio, è spesso ostile ai bambini e agli anziani”.
’ambiente non esiste alcun conflitto. Al contrario sono due dimensioni che possono e devono procedere insieme. “L’Enciclica – ha detto - contiene anche questo messaggio:



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