domenica 24 febbraio 2019

FORMIGONI SANTO SUBITO. GRAZIE DOTT. ZANOLLI EX DIRETTORE DEL QUOTIDIANO LA PROVINCIA.. INIZIANO I CORSI NEI LABORATORI SOCIALI DELLA CASCINETTA,

FORMIGONI FRA QUALCHE MESE CHIEDERA' DI FARE VOLONTARIATO SOCIALE.. E FRA NON MOLTO TEMPO.. USCIRA' DAL CARCERE PER BUONA CONDOTTA E LA SUA PENA SARA' SCONTATA..  SIAMO IN ITALIA.. I POTENTI  POSSONO  PER DISGRAZIA ANDARE NELLE PATRIE GALERE.. MA  LO STATUS QUO DI CUI LORO FANNO PARTE, .. NON LI ABBANDONA.. UN PO' COME LA MAFIA CHE NON ABBANDONA I PROPRI FIGLIOCCI IN CARCERE…  CHI VIVRA' VEDRA'.
CERTAMENTE FORMIGONI E' STATO MOLTO FORTUNATO IN QUANTO UNA PARTE DELLE ACCUSE A LUI RIVOLTE NON SI SONO POTUTE INSERIRE NELLA PENA PER PRESCRIZIONE..  UN ESEMPIO IMPORTANTE FU ANDREOTTI..  CHE FU CONSIDERATO MAFIOSO NEGLI ANNI 80.. MA CHE POI PER LA PRESCRIZIONE NON FU POSSIBILE CONDANNARLO .. PER MAFIA..  CREDO CHE BISOGNEREBBE TOGLIERE LA PRESCRIZIONE  IN QUANTO FONTE DI IMMINUTA' PER CHI DELINQUE….
VIDEO SU YOUTUBE FORMIGONI, ZANOLLI.. PARLIAMONE,...





TUTTO E' UN MIRACOLO  CHE DEDICO AL CATTOLICO FORMIGONI






I GIOCATORI D'AZZARDO SONO CRETINI..





GIOCO D'AZZARDO E SUICIDIO ..


POLITICI UNITEVI….CONTRO IL GIOCO D'AZZARDO



TORNA A CASA


GIOCO D'AZZARDO L'IMPEGNO DEI CATTOLICI

IFC e REGIONE PIEMONTE ALLEATE CONTRO IL GIOCO D’AZZARDO

gapsLo studio GAPS - Gambling Adult Population Survey - che prenderà concretamente avvio nei prossimi giorni rappresenta un approfondimento dello studio nazionale IPSAD® dell’Istituto di Fisiologia Clinica IFC-CNR e si configura come una tra le iniziative che compongono il Piano integrato delle attività di contrasto, prevenzione, diagnosi e cura del gioco d’azzardo patologico (GAP) adottato dalla Regione Piemonte.
Parteciperanno 80 comuni piemontesi, con oltre 30.000 residenti tra 18 e 80 anni sorteggiati in maniera casuale, i quali compileranno le domande del questionario anonimo GAPS, e lo rinvieranno, senza alcun costo di spedizione, al CNR. Le informazioni raccolte andranno a completare il quadro regionale fornito dallo studio ESPAD®, sulla popolazione studentesca che evidenzia una diminuzione della quota di studenti con profilo di gioco problematico (4,6% nel 2017), mentre resta alta quella di studenti giocatori che sono a rischio di sviluppare problematicità (12,5% nel 2017).
In Piemonte si spendono annualmente 6,5miliardi in gioco d’azzardo: nel 2018 poco più di 4,5 miliardi per il gioco in contesti fisici e quasi 2 miliardi per quello online. A registrare il primato tra i giochi in contesto fisico sono le New Slot e i Video Lottery Terminal (VLT); tuttavia se fino al 2017 oltre il 70% del volume di gioco totale era da attribuirsi a questa tipologia di giochi, nel 2018 la percentuale scende al 64%, percentuale in contrazione probabilmente anche grazie al forte impegno che la Regione già da anni ha messo in campo su questo tema. Nella primavera del 2016, la Regione aveva infatti già approvato una legge di contrasto al gioco d’azzardo patologico (L.R. 9/2016) che prevede l’attivazione di numerose azioni volte a ridurre e prevenire la diffusione delle forme di dipendenza da gioco.
Tuttavia, è importante non solo valutare quanto sia diminuito il denaro investito dai cittadini piemontesi in gioco d’azzardo, ma anche se e come si sia modificata la composizione della spesa, quanti siano i piemontesi che giocano e quali le abitudini più diffuse. Sappiamo infatti che esistono tipologie di giocatori molto diversi tra loro, da quelli che giocano raramente piccole cifre a coloro che giocano assiduamente grosse somme di denaro, a quelli che, per altri fattori concomitanti, potrebbero essere più a rischio di sviluppare dipendenza. Il progetto ha tra i suoi obiettivi quello di offrire un’analisi dei possibili effetti innescati dalle misure di contenimento dell’offerta attuate, sia a livello regionale, attraverso il “distanziometro”, sia a livello comunale per quanto riguarda le limitazioni temporali al gioco adottate da numerosi comuni piemontesi.
Si tratta di obiettivi ambiziosi, di grande rilievo per guidare importanti decisioni di sanità pubblica e che richiedono, per essere perseguiti adeguatamente, la maggiore diffusione possibile e la più ampia adesione allo studio da parte dei cittadini sorteggiati.
La Regione Piemonte si fa dunque promotrice, assieme ai Sindaci e alle Amministrazione degli 80 Comuni del campione, di un caldo invito a tutta la popolazione residente a dare il proprio fattivo contributo alla riuscita di questa importantissima ricerca.
Contatti: Sabrina Molinaro sabrina.molinaro@ifc.cnr.it




La Cascinetta Didattica Onlus comunica, che sono aperte le iscrizioni per i corsi di base gratuiti e autofinanziati di ciclomeccanica , di orto e di cultura generale.


La cascinetta didattica onlus di Castelverde comunica che sono aperte le iscrizioni per i corsi di base di ciclomeccanica , di orto e di cultura generale. Entrambi i corsi sono autofinanziati dalla Cascinetta e gratuiti. Alla fine del corso verrà rilasciato un attestato delle competenze acquisite da inserire nel proprio curriculum vitae. Per info 3391461161.







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Pedofilia, in arrivo un "motu proprio"


 di Papa Francesco e una task force


Il summit sulla prevenzione degli abusi non è stato convocato affinché le richieste delle vittime restassero lettera morta. Questa mattina, dopo le conclusioni rilasciate da papa Francesco, qualche sigla associativa si era detta insoddisfatta.






Ma la Santa Sede disporrà in maniera concreta. Lo ha chiarito padre Federico Lombardi, come riportato pure dall'Adnkronos: le istituzioni ecclesiastiche, e soprattutto il pontefice, procederanno per mezzo di un vademecum. Si vocifera di un vero e proprio Motu proprio che, secondo la gerarchia giuridica delle fonti vaticane, starebbe a significare che Bergoglio intende dare al documento un valore esecutivo. Il fine sembra anche quello di rendere sempre più difficili, se non impossibili, quelli che vengono chiamati insabbiamenti.
La trasparenza è la chiave individuata per arginare gli scandali e i comportamenti delittuosi di alcuni consacrati. Apprendiamo quindi dall'agenzia citata che verrà pubblicato "un vademecum che aiuterà i vescovi del mondo a comprendere chiaramente i loro doveri e i loro compiti". Questa è la novità annunciata dal padre gesuita, ex direttore de la Sala Stampa. E si parla pure di ulteriori misure.
Lombardi ha infatti continuato, dichiarando che "nello spirito della comunione della Chiesa universale, il Papa ha manifestato l'intenzione di favorire la creazione di task forces di persone competenti per aiutare le conferenze episcopali e le diocesi che si trovino in difficoltà per affrontare i problemi e realizzare le iniziative per la protezione dei minori". Dove "task force" potrebbe significare la creazione di un gruppo di ecclesiastici deputato a combattere, senza tregua, il fenomeno in oggetto.
Quelle del Santo Padre dunque non dovrebbero essere "solo parole", come un'associazione che riunisce le vittime aveva ventilato durante le prime ore della giornata di oggi. Il Vaticano continuerà la sua azione attraverso la scrittura e quindi l'attuazione di norme. A essere terminati, del resto, sono solo i lavori del "Sinodo stroardinario". L'impegno delle istituzioni ecclesiastiche - così come ritenuto opportuno da tutte le parti in campo - dovrà continuare nel tempo: "Il Comitato organizzatore - ha specificato Lombardi - si incontrerà con i responsabili della Curia romana che hanno partecipato all'incontro, in modo da impostare fin d'ora il lavoro necessario per dare seguito, secondo il desiderio del Santo Padre, ai propositi e alle idee maturate nei giorni scorsi". Alla riflessione seguiranno degli atti pragmatici, attraverso cui predisporre degli strumenti per intervenire sulla piaga della pedofilia.



Vescovi europei. Bagnasco: la Chiesa crede nell'Europa, ma dov'è il suo umanesimo?




sabato 23 febbraio 2019
I padri dell'Europa pensarono a una comunità di popoli, ispirati dal personalismo cristiano. Ma se l'Europa resta così, diventa vuota. Lo dice il presidente dei vescovi europei, il cardinale Bagnasco.
Il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e preisdente del Ccee (Consiglio delle Conferenze episcopali europee)
Il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e preisdente del Ccee (Consiglio delle Conferenze episcopali europee)


«La Chiesa che è in Europa, i vescovi europei, crede fermamente nell'Europa» perché una divisione del continente «sarebbe un dramma e, forse, la sua fine». Ad affermarlo è il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente dei vescovi europei, in un discorso pronunciato a Genova sabato 23 febbraio per l'inaugurazione dell'anno giudiziario del Tribunale ecclesiastico regionale ligure. Senza unione, «senza anima», ha detto Bagnasco, l'Europa potrebbe diventare solo «un mercato a basso costo per il resto del mondo». Questa Europa però va ripensata, ripartendo dalle sue origini, «dall'umanesimo cristiano» e dal «personalismo cristiano di Schuman, De Gasperi e Adenauer» perché una unione senza «comunità» resta vuota.
«Ritengo opportuno ribadire – ha aggiunto il porporato – che la Chiesa, innanzitutto i vescovi del continente, crede fermamente nell'Europa, nella sua cultura cristiana, nella sua spinta umanistica, nonostante ombre e ritardi che la storia registra. La Chiesa crede nell'Europa, sul filo anche di ormai molti interventi dei pontefici, da Paolo VI a san Giovanni Paolo II, da papa Benedetto all'attuale papa Francesco – crede nel suo futuro e nella sua missione, che non è di tipo economico ma primariamente di ordine spirituale ed etico» e questo «è un punto un importante proprio per un ripensamento – come sollecita il Santo Padre – del cammino europeo». «La Chiesa – ha proseguito Bagnasco – crede che la cultura nasce dal culto, cioè dalla religione che svela agli uomini la loro origine e li richiama al loro destino, generando civiltà, bellezza e fraternità». Infatti «all'origine dell'Europa, non troviamo una dimensione genericamente spirituale ma specificamente cristiana».
Bagnasco ha quindi citato Novalis che, già nel 1799, scrisse: «Se l'Europa si staccasse totalmente da Cristo, allora essa cesserebbe di essere». E ha proseguito con le parole del filosofo di origini ebraiche Karl Löwith che «affermava con grande lucidità che il mondo storico nel quale si è formato il "pregiudizio" per cui chiunque abbia un volto umano possiede come tale la dignità e il destino di uomo non è originariamente il mondo del Rinascimento ma il mondo del Cristianesimo in cui l'uomo ha ritrovato la sua posizione di fronte a sé e al prossimo». Al punto che, continua Löwith citato da Bagnasco, «con l'affievolirsi del cristianesimo è diventata problematica anche l'umanità».
Per questo il cardinale ha ricordato «che siamo posti di fronte al tema del fondamento della dignità dell'uomo, dignità che le carte internazionali affermano come il punto di partenza e il fondamento del diritto» e che «siamo rimandati al fondamento di tale dignità, che ovunque è proclamata, ma nelle carte spesso non è fondata». «Questa – ha sottolineato l’arcivescovo di Genova – è una questione di capitale importanza, che richiama il rapporto tra politica e religione, monoteismi e democrazia, laicità e laicismo» e «impone una riflessione sulla trascendenza, ossia se l'uomo sia il fondamento di se stesso, oppure se si auto-comprenda in rapporto ad una istanza che lo trascende ma di cui è partecipe».

Il simbolo del Ccee, organismo presieduto dal cardinale Bagnasco
Il cardinale, che lunedì 25 terrà al Quirinale una relazione su «Chiesa ed Europa» alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ha poi sollevato una questione relativa alla «missione del continente»: in pratica, se l'Europa debba avere un ruolo a livello internazionale, ed eventualmente quale. «I vescovi europei credono nell'unione – ha precisato ancora il porporato – e ritengono che l'Europa divisa sarebbe un dramma, forse la fine del continente». Sono anche convinti che «quanto più le spinte divisive sono forti, tanto più c'è bisogno di unità» e che «le spinte centrifughe devono essere considerate con serietà, non con supponenza». «Di fronte alla globalizzazione – ha detto ancora Bagnasco – è evidente che solo insieme è possibile vivere, per non diventare un mercato a basso costo per il resto del mondo». «Gli interessi economici di potenze antiche e nuove sono palesi», tanto che «tocca all'Europa fare fronte in modo unitario per non essere dilaniata». Ma «ciò sarà possibile solo con una rinnovata consapevolezza e con un saggio ritorno alle origini», anche se «questo significa, innanzitutto, fare un onesto esame di coscienza e una verifica intelligente del percorso svolto fino a oggi su almeno tre fronti: vedere le conquiste raggiunte, individuare le difficoltà, riconoscere gli errori sapendo che la verità non deve essere sostituita dal consenso, né la tradizione dalle abitudini».
Per questo è necessario ripartire dai padri fondatori – Schuman, De Gasperi e Adenauer – che «erano uomini liberi e avevano chiara la base fondativa del processo unitario che era la visione dell'uomo, il personalismo cristiano, alla radice di quel loro sogno che poteva apparire utopia ma aveva il sapore della profezia». Infatti, senza l'uomo «l'economia e la finanza sono piedi d'argilla, che non sono in grado di reggere l'edificio e possono diventare impedimento per realizzare la casa dei popoli e l'Europa delle nazioni». È per questo che i padri dell’Europa «molto più che ad una unione pensavano a una comunità», che è «espressione visibile della comunione di ordine spirituale, morale, culturale» perché «i soli interessi materiali non possono creare lo spirito comunitario, non possono sostenere né la speranza, né il sacrificio, né la gioia di camminare insieme».



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