ENTRA NEL MIO BLOG SENZA SCOPO DI LUCRO:
http://la-cascinetta-onlus.over-blog.com/
Febbraio 2019
“Arrivavo a perdere anche 7000 euro al giorno.
Avevo capito di essere un giocatore d’azzardo
compulsivo perché non mi interessava più vincere,
volevo solo giocare.
Non esisteva fermarsi, un ludopatico
compulsivo che gioca di anni non può fermarsi”.
Avevo capito di essere un giocatore d’azzardo
compulsivo perché non mi interessava più vincere,
volevo solo giocare.
Non esisteva fermarsi, un ludopatico
compulsivo che gioca di anni non può fermarsi”.
Giuseppe ha solo 27 anni,
ma già da molto tempo combatte contro questa
dipendenza.
ma già da molto tempo combatte contro questa
dipendenza.
“Avrò perso circa 500mila euro. Per pagare i
debiti di gioco rubavo, vendevo
gioielli, credo di aver venduto oltre 100mila euro d’oro,
dilapidando tutto il patrimoniodella mia famiglia”.
debiti di gioco rubavo, vendevo
gioielli, credo di aver venduto oltre 100mila euro d’oro,
dilapidando tutto il patrimoniodella mia famiglia”.
In Italia, secondo i risultati dellostudio condotto
dal CNR, circa 17 milioni di individu
i hanno giocato
somme di denaro almeno una volta negli ultimi
12 mesi e di questi oltre 5,5 milioni sono giovani
adulti tra i 15 e i 34 anni. I risultati mostrano
che poco meno
del 15% dei giocatori presenta un
comportamento di gioco
definibile a basso rischio, il 4% un
comportamento
a rischio moderato e l’2,4% un comportamento
di gioco problematico.
dal CNR, circa 17 milioni di individu
i hanno giocato
somme di denaro almeno una volta negli ultimi
12 mesi e di questi oltre 5,5 milioni sono giovani
adulti tra i 15 e i 34 anni. I risultati mostrano
che poco meno
del 15% dei giocatori presenta un
comportamento di gioco
definibile a basso rischio, il 4% un
comportamento
a rischio moderato e l’2,4% un comportamento
di gioco problematico.
L’illusione di poter cambiare vita, fare
soldi facili, dimenticare
i problemi quotidiani, questo
caratterizza l’esistenza parallela
del giocatore d’azzardo patologico.
soldi facili, dimenticare
i problemi quotidiani, questo
caratterizza l’esistenza parallela
del giocatore d’azzardo patologico.
Simone Feder psicologo e coordinatore
dell’associazione
“No slot” sostiene che “Molte persone
in cura presso
la nostra associazione inizialmente avevano
inciampato nell’azzardo,
ma poi condizionate dall’offerta, soprattutto
quella on line, ne sono
rimaste dipendenti. L’età media si aggira fra
30 e i 35 anni ed il rapporto
uomo donna è di 4 a 1”.
La psicologa palermitana Emanuela Coppola esperta in psicoterapia
prova a spiegare perché si gioca d’azzardo. “Siamo in un dialogo
costante col mondo. Il gioco d’azzardo risente inevitabilmente di una
deriva culturale. È come se oggi desiderassimo di ottenere qualcosa con il
minimo sforzo: la slot machine è l’espressione puntale di questo
perché il suo utilizzo si basa su un comportamento automatico
privo di uno sforzo cognitivo con l’illusione di raggiungere il massimo risultato”.
prova a spiegare perché si gioca d’azzardo. “Siamo in un dialogo
costante col mondo. Il gioco d’azzardo risente inevitabilmente di una
deriva culturale. È come se oggi desiderassimo di ottenere qualcosa con il
minimo sforzo: la slot machine è l’espressione puntale di questo
perché il suo utilizzo si basa su un comportamento automatico
privo di uno sforzo cognitivo con l’illusione di raggiungere il massimo risultato”.
Questa malattia non solo logora la mente ma incide anche sui rapporti
umani della persona: “C’è chi non mi ha più parlato, c’è chi mi assecondava –
ammette Giuseppe – ci sono amicizie che ho perso a causa del gioco
. Ho perso anche una ragazza. È davvero devastante.
Ti ritrovi solo senza neanche accorgertene”
umani della persona: “C’è chi non mi ha più parlato, c’è chi mi assecondava –
ammette Giuseppe – ci sono amicizie che ho perso a causa del gioco
. Ho perso anche una ragazza. È davvero devastante.
Ti ritrovi solo senza neanche accorgertene”
L’associazione “No slot”, spiega Feder, “Ha fatto migliaia
di incontri nelle scuole e c’è un dato che spaventa: quasi il 10%
di minori dichiara che in famiglia almeno una persona
gioca d’azzardo tutti i giorni”.
di incontri nelle scuole e c’è un dato che spaventa: quasi il 10%
di minori dichiara che in famiglia almeno una persona
gioca d’azzardo tutti i giorni”.
Secondo Coppola, la caratteristica che rende complicata l’emersione
di questa difficoltà è l’inaridimento delle possibilità esistenziali:
“Si tratta di persone che non hanno una realizzazione personale,
amorosa, professionale. Una desertificazione dell’orizzonte
delle possibilità a cui si cerca di far fronte capovolgendo la propria
condizione esistenziale in un ideale di guadagno”.
di questa difficoltà è l’inaridimento delle possibilità esistenziali:
“Si tratta di persone che non hanno una realizzazione personale,
amorosa, professionale. Una desertificazione dell’orizzonte
delle possibilità a cui si cerca di far fronte capovolgendo la propria
condizione esistenziale in un ideale di guadagno”.
I dati raccolti da “No slot” confermano che su 100 giocatori
patologici presi in cura 95 lo sono di slot machine e video poker,
i restanti 5 si dividono tra gratta e vinci, video lottery e scommesse.
patologici presi in cura 95 lo sono di slot machine e video poker,
i restanti 5 si dividono tra gratta e vinci, video lottery e scommesse.
Giuseppe continua a giocare, nonostante abbia partecipato a programmi
di recupero, nonostante le innumerevoli perdite. “Sto seguendo una cura
da una psicologa esperta in dipendenze da gioco d’azzardo, ma ha capito
che con me è dura perché io non le lascio input a cui aggrapparsi. Non faccio
nulla. Io credo che se dentro di te non ci sia una decisione talmente forte da
convincerti di voler cambiare, si può fare di tutto ma non si smetterà mai”.
di recupero, nonostante le innumerevoli perdite. “Sto seguendo una cura
da una psicologa esperta in dipendenze da gioco d’azzardo, ma ha capito
che con me è dura perché io non le lascio input a cui aggrapparsi. Non faccio
nulla. Io credo che se dentro di te non ci sia una decisione talmente forte da
convincerti di voler cambiare, si può fare di tutto ma non si smetterà mai”.
Non a caso, come dice Coppola, “una delle caratteristiche del
giocatore d’azzardo patologico è l’idea di potercela fare da solo.
Una sorta di svuotamento della centralità delle relazioni.
La persona che soffre di una dipendenza ritiene di poter bastare a
sé stesso e di risolvere autonomamente il proprio disagio emotivo e comportamentale”.
giocatore d’azzardo patologico è l’idea di potercela fare da solo.
Una sorta di svuotamento della centralità delle relazioni.
La persona che soffre di una dipendenza ritiene di poter bastare a
sé stesso e di risolvere autonomamente il proprio disagio emotivo e comportamentale”.
Dall’ossessione alla patologia il passo è breve e gli effetti non sono solo
psicologici: tra video lottery, cavalli, scommesse sportive, casino online,
la discesa verso l’abisso è rapida e avviene davanti agli occhi impotenti dei
familiari che si accorgono della metamorfosi senza sapere come intervenire:
“I miei genitori sanno perfettamente che gioco, che sono in cura, che non sto
riuscendo a smettere di giocare e sanno ogni mio episodio di compulsione
ma solo quando questo si è già verificato”.
psicologici: tra video lottery, cavalli, scommesse sportive, casino online,
la discesa verso l’abisso è rapida e avviene davanti agli occhi impotenti dei
familiari che si accorgono della metamorfosi senza sapere come intervenire:
“I miei genitori sanno perfettamente che gioco, che sono in cura, che non sto
riuscendo a smettere di giocare e sanno ogni mio episodio di compulsione
ma solo quando questo si è già verificato”.
Nella “Casa del giovane”, il centro medico per dipendenze di Pavia da cui
è partito il progetto “No slot”, ci sono tre gruppi di ascolto – spiega Feder –
“Che ogni settimana si riuniscono: sono circa 50 persone con i rispettivi familiari.
Si creano modelli di ascolto e percorsi personali con supporto psicologico, ma è
fondamentale la presenza del familiare accanto al dipendente. Non c’è terapia per
noi se non c’è il familiare accanto”.
è partito il progetto “No slot”, ci sono tre gruppi di ascolto – spiega Feder –
“Che ogni settimana si riuniscono: sono circa 50 persone con i rispettivi familiari.
Si creano modelli di ascolto e percorsi personali con supporto psicologico, ma è
fondamentale la presenza del familiare accanto al dipendente. Non c’è terapia per
noi se non c’è il familiare accanto”.
internet si è raccolto più di 1 miliardo di euro, solo il 5% del gioco distribuito sul territorio.
Quella dell’azzardo è un’industria basata sulla patologia, solo nel 2017 l’AAMSha raccolto giocate per un importo superiore a 100 miliardi di euro, una crescita
senza paragoni in Europa, un settore che non conosce crisi. Nel 2016 dalle piattaforme
“Mai nessuna droga aveva toccato gli anziani. L’azzardo ce l’ha fatta” commenta Feder,
che poi aggiunge: “L’azzardo non produce ricchezza ma se la porta via. Oggi
i ragazzini a 12 anni hanno già grattato un gratta e vinci o schiacciato un tasto di quelle
diaboliche macchinette”.
Una malattia fruttuosa per l’industria del gioco se si pensa che il gettito complessivo
del settore deriva proprio dai giocatori patologici per una percentuale che arriva anche
al 60%. In Italia le videoslot sono quasi 400mila e nel 2018 si è registrato un boom
di richieste di installazione. Una contraddizione per uno Stato che dice di voler
combattere la ludopatia, ma che al contempo non ha mai attuato il “piano Balduzzi”
del 2012 che prevede distanze minime delle sale da scuole, ospedali e chiese e che non
ha mai riordinato il settore con una legge specifica.
del settore deriva proprio dai giocatori patologici per una percentuale che arriva anche
al 60%. In Italia le videoslot sono quasi 400mila e nel 2018 si è registrato un boom
di richieste di installazione. Una contraddizione per uno Stato che dice di voler
combattere la ludopatia, ma che al contempo non ha mai attuato il “piano Balduzzi”
del 2012 che prevede distanze minime delle sale da scuole, ospedali e chiese e che non
ha mai riordinato il settore con una legge specifica.
Secondo Feder “Vero è che manca una legge nazionale di riordino, ma in Sardegna
e Lombardia alcune leggi regionali hanno permesso a molti comuni di redigere ordinanze
per arginare il gioco d’azzardo, portando alla chiusura delle slot e dei video poker in
determinate fasce orarie della giornata. Inoltre è stata limitata l’apertura di nuove sale e
l’installazione di nuove slot che non rispettavano le distanze minime dai luoghi sensibili”.
e Lombardia alcune leggi regionali hanno permesso a molti comuni di redigere ordinanze
per arginare il gioco d’azzardo, portando alla chiusura delle slot e dei video poker in
determinate fasce orarie della giornata. Inoltre è stata limitata l’apertura di nuove sale e
l’installazione di nuove slot che non rispettavano le distanze minime dai luoghi sensibili”.
Tra i giocatori c’è chi si accorge di aver toccato il fondo e cerca di uscirne.
Il Ser.T. e le Usl organizzano gruppi di mutuo aiuto e assistenza psicologica
e psichiatrica. In queste strutture si partecipa a colloqui motivazionali e valutativi
affinchè l’equipe medica stabilisca il trattamento medico da applicare.
Fra i membri della famiglia viene nominato un tutor col compito di monitorare
il soggetto relativamente alla gestione del denaro. Spesso familiari e ludopatici
si mettono insieme, spontaneamente, per vincere la battaglia, anche se poi non
si può parlare mai di una vera vittoria.
Il Ser.T. e le Usl organizzano gruppi di mutuo aiuto e assistenza psicologica
e psichiatrica. In queste strutture si partecipa a colloqui motivazionali e valutativi
affinchè l’equipe medica stabilisca il trattamento medico da applicare.
Fra i membri della famiglia viene nominato un tutor col compito di monitorare
il soggetto relativamente alla gestione del denaro. Spesso familiari e ludopatici
si mettono insieme, spontaneamente, per vincere la battaglia, anche se poi non
si può parlare mai di una vera vittoria.
“Ognuno di noi puoi diventare un giocatore compulsivo. Quello che posso
consigliare a chi ha il mio stesso problema è staccare del tutto con il gioco,
andare in un centro specializzato, capire quanto rovini la vita il gioco compulsivo,
quanto ti faccia restare indietro, quanto ti può trasformare fino a non riconoscerti più”.
I GIOCATORI SONO CRETINI
A CASTELVERDE SUPERATI I 2 MILIONI DI EURO
POLITICI PER UNA VOLTA UNITEVI CONTRO LE SLOT
consigliare a chi ha il mio stesso problema è staccare del tutto con il gioco,
andare in un centro specializzato, capire quanto rovini la vita il gioco compulsivo,
quanto ti faccia restare indietro, quanto ti può trasformare fino a non riconoscerti più”.
Nessun commento:
Posta un commento